
LIPOGRANULOMA
osservare da questo mondo [ la nostalgia è
chiamarsi a volte _ recinto a volte ] l’ingresso favorito
stipula un contratto di [ rifugio ]
affascinante frenesia da rammollimento
mi mostrerei più accomodante se [ e l’esplorazione
degli addii a volte ] conferissi al vuoto un carattere
più convulso più trascinato _ scoppiato
[ e sono un mare senza confine ] mentre provo per il mio corpo
un allettante meccanismo per [ a parte il rigetto blefariteo ]
infrangere i principi difettosi
nel luglio del 2010 mi accorsi della presenza di un piccolo rigonfiamento sul bordo della palpebra inferiore dell’occhio destro. non avevo idea di cosa fosse. probabilmente una roba passeggera che in pochi giorni scompare, pensai. qualcosa come un orzaiolo insomma. qualche impacco con la camomilla e finisce lì. non mi preoccupai, confidando nel fatto che sarebbe andato via da sé, senza bisogno di farmaci. allora avevo l’abitudine di comportarmi nella vita come un animale. registravo ogni intervallo di tempo con quello che riuscivo a distruggere. l’apogèo dell’oltre. l’aldilà del tempo. il drosometro della mia stessa intelligenza. vuota ma sempre in movimento, brumosa. il caso volle che in quei giorni incontrai il mio amico stefano, informatore farmaceutico per oculisti, primo chitarrista di Hannibal the Cannibal, il mio gruppo hardcorepunk degli anni ’90. mi confermò ciò che nel frattempo avevo scoperto, e cioè che si trattava di un calazio, ovvero di una cisti dovuta all’infiammazione della ghiandola di meibomio; succede che il dotto escretore di questa ghiandola si otturi per varie cause (alimentazione disordinata, stress), causando un’infiammazione che porta poi alla formazione di queste cisti della dimensione di una lenticchia o di un cece, nei casi più evidenti. feci una cura col betabioptal, che stefano mi consigliò. la feci con diligenza e dedizione, ma il risultato fu che tale rigonfiamento crebbe abbastanza da farlo diventare più evidente e fastidioso. e in più al suo fianco ne comparve un altro, dall’aspetto simile ma di dimensioni ridotte. non andai dall’oculista, il fastidio era soltanto estetico. lasciai perdere insomma. cementato da una sabbia necrobiotica. oggetto di studio per terremoti. guaio. passò qualche mese ed entrambi i miei primi calazi scomparvero dalla palpebra inferiore dell’occhio destro, con un bel sollievo da parte mia. già. non passarono due settimane, e altri due ne comparvero nella inferiore dell’occhio sinistro. piccoli e arrossati. e dopo qualche tempo nella palpebra superiore: due della dimensione di una piccola lenticchia, non arrossati e quasi invisibili: me ne accorsi sfiorandola. la faccenda si faceva un po’ più seria. la palpebra dell’occhio sinistro era un po’ calata. e poi anche nella superiore destra sentivo qualcosa che cresceva. e crebbe. deficienza della capacità mnemonica. diretto rapporto con quella. correzione e recupero. ecco.
siamo arrivati così al febbraio 2012. basta. vado dal mio medico, sergio, ci conosciamo da quando eravamo ragazzini. mi prescrive il tobradex. curo il malanno per una settimana. il risultato fu un deciso peggioramento in tutti e due gli occhi. cazzu basta. ci vuole l’oculista. vado da mariano, amico dai tempi dell’università, saxofonista del Quartetto Cera, anni 90. mi visita: sono calazi e sono da operare. prova comunque una cura a base di tobradex unguento, mi dice. per 2 settimane metto negli occhi questa specie di gel che mi procura fastidi insopportabili (il live set della brigata stirner del 15 marzo e il reading la quinta luna di saturno del 23 e memento del 24 li ho fatti con gli occhi invasi da questa roba appiccicosa). ma ancora nessun risultato, bisogna incidere. mariano mi indica la clinica lai, ma tutti mi consigliano di andare al civile s.giovanni di dio, dove ci sono gli oculisti migliori. vado al civile: accettazione, pronto soccorso e fissiamo data per l’intervento: il 31 maggio. elettrocardiogramma e analisi. come i comuni millepiedi. visita e poi il taglio. nessun dolore, fastidio discreto. e finalmente mi rilasso un po’, convinto che avrei rivisto la palpebra del mio occhio destro nuovamente come prima. proprio così. dopo tre settimane l’occhio è ancora gonfio. sono preoccupato e nervoso. ritorno al pronto soccorso oculistico per farmi visitare. niente di grave, mi dicono, può succedere una degenza più lunga del solito. mi prescrivono il blephagel, serve per aiutare a liberare i dotti delle ghiandole; se li ho ancora otturati sono a rischio. di altri calazi e di blefarite. il pulitore omeotermico della tecnopatìa. ristagno e disgrazia. microclimi. il 5 luglio sono di nuovo in clinica oculistica per il secondo intervento. al destro già operato mi diagnosticano una blefarite. non ti dico del piacere che mi procura il dito inguantato nel lattice della dottoressa in camice, dentro il mio occhio, vicino alla caruncula, a rivoltare la palpebra danneggiata e .. non vedere che blu, solo blu solo blu solo blu .. e la luce del biomicroscopio. la minaccia del tonometro. e più tardi in sala operatoria per il sinistro, l’anestetico salvatore, l’iniezione quasi indolore dell’altra anestesia, e l’incisione sulla palpebra sinistra superiore e su quella inferiore. dieci minuti, nessun dolore sì. ma l’immagine dell’esordiente che mi opera avvolta in una nebbia lacrimale: ti ho vista che lavoravi su di me, col tuo bavaglio la tua cuffia verde e i tuoi occhiali chirurgici binoculari! ti ho vista, proprio col mio occhio sinistro aperto! con tutto questo sangue non vedo niente! hai detto. eri così dolce .. tutto a posto. poi mi prescrive, come per la prima volta, il betabioptal per 5 giorni: 3 gocce al giorno nel sinistro. non son riuscito a salutarti. e 3 gocce al giorno poi, di alfaflor collirio nel destro per 7 giorni, per curare la blefarite. oggi 13 luglio 2012, dopo 2 anni, i miei occhi non sono ancora del tutto normali, ma sembra che piano piano ritornino ad avere un aspetto decente.
sembra anche a me che non ci sia alcun nesso fra questo racconto e la mia ultima microraccolta di strane poesie in scenari sonori industriali LA GHIANDOLA DI MEIBOMIO. ma ho dato titoli e immaginario legati a questa esperienza perché mi son convinto che questa mia apatia estiva possa essere risolta anch’essa con una sorta di piccolo intervento chirurgico indolore, per poter ricreare lo stato della visione del pensatore radar. questi 13 testi saranno accompagnati da 13 tracce sonore di matrice power electronics e industrial. ritengo che anche tali tracce abbiano lo stesso scopo dei testi poetici, cioè quello di sforzarmi di vedere bene, liberando la visione dalle infiammazioni fastidiose. nessuna intenzione di creare un nuovo genere letterario affine alla poesia, né tantomeno di essere considerato un esponente di punta dell’industrial italiano. io sono un artigiano primitivo, lavoro con gli strumenti che ho a disposizione. e m’importa del risultato, non del mezzo che uso per ottenerlo. l’idea è quella di produrre un CDr con libretto dei testi corredato da immagini, a nome nihilNONorgan. edizione ultralimitata per pochi amici. tutto dovrebbe esser pronto per fine anno, insieme alla perfo/visita oculistica, lettura e i miei suoni dal vivo, che sto già immaginando. un modo come un altro per restare vivi.
BETABIOPTAL pt1
indubbiamente inconciliabile descrivo [ potrei senz’altro
trovare il mio soddisfacimento ] il momento di debolezza
che ha aggredito la linea di panorama [ opponendomi
a questo stato sperperato ] insorta con sveltezza
io mi chiedo
DOVE
son finiti i miei
sentimenti
anche in ospedale [ e le scorribande aristocratiche
del pensiero indotto freneticamente ] ci sono
sensi unici nascosti alle cortecce forti [ puzzano di
malferme ideologie dentro il coro ] e ormai
dentro di me si è sviluppata [ spontanee ]
l’indifferenza

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