anno XXIII della machina [ 23.10.1993 / 23.10.2016 ]
ora comincia il XXIV
la machina amniotica ha uno scopo. ha sempre uno scopo, da più di venti anni a questa parte: quello di esplorare, di formare, di fondare il nostro mondo dell’espressione, dirigendoci svelti e attenti come in una corsa su un piano inclinato. salendo o sprofondando, come in una voragine capovolta. in principio la parola, che è assordante. poi il rumore, che si fa orizzonte del mondo, unendosi poi con l’armonia, l’elettronica, la transizione. vicino a un punto dove devono esserci le nostre teste le nostre vite e le nostre sorti, si sviluppa sempre la forma e la sostanza delle nostre chiavi spalancate. performances di poesia, installazioni, interpretazioni performatiche, sonorizzazioni per film sperimentali, concerti: la nostra espressione si risagoma a seconda del territorio da percorrere, da attraversare, da interpretare, fino a disegnarne una planimetria nuova. ma mai una volta in queste esperienze lo spirito muta, mai non si riconosce nel flutto seminale e continuo delle idee. se per essere vicini a qualcosa bisogna per forza essere lontani da qualcos’altro, siamo rimasti senza produzioni per circa dieci anni, ma mai separati, distinti, dissolti. ognuno ha continuato e approfondito i dettagli della propria espressione in molteplici campi, per poi ritrovarsi tutti nella stessa fiamma, tutti – nel cuore della stessa fiamma. e oggi le nostre identità in/attuali dai confini saltati, palpitano insieme come in un unico corpo in formazione nel buio. una volta di più.