ho cavalcato il tuo occhio rottamato nei pressi di una new york tangeri londra pulsante ma devastata dai cicli delle efflorescenze martirizzate dei marciapiedi – il mio gioco cerebrale ha cominciato a flettersi lungo le sinapsi come una pagina del pasto nudo spinta da un vortice roteante di sperma cosmico rivedendosi in gioco simultaneamente come il polverizzarsi lento delle serate geniali fra i fiori delle parole e il tuo passo ormai rallentato e sghembo – un vulcano mai nato io s’improvvisa autore io eruttando poemi instabili e termino la caduta dei miei eventi da umano con un colpo ben assestato di rasoio leggendo sulle rughe del tuo viso in bianco e nero quelle blasfeme preghiere dipinte dai colori dell’iride – anno 97 vai senza ritorno bill ancora invisibile farneticante autore decimato dal tuo tossico cuore maledetto e il gesto dell’andare s’impadronisce della parola per studiare e descrivere ancora nuovi volti erranti della visione e nuove sere di noi attaccati alle allucinazioni ai riverberi incolonnati sui coni delle furie e lo stridere di correnti della percezione compresse dalle memorie a nuove terribili posizioni di sesso accartocciate come un auto sfondata da una moto in corsa suicida in un tramonto coperto di tempeste – intona presso questo squarcio un canto improvvisato di carni in vibrazione ansanti battenti schioccanti e poi rivendica questo silenzio fragoroso di parole in formazione sul monitor e il ticchettìo frenetico dei polpastrelli sulla tastiera che lo anticipa perché tutto ciò ha ancora un’importanza capitale per la mia salvezza – è come se il mio cuore si vendicasse dall’essere stato gettato giù dai millenni disperati e dalle false bandiere degli uomini – perciò volgo dal trogolo delle amnesie al recupero del mistero e delle immagini della scrittura caro larry ferlinghetti perduti da anni da vuote ricerche isteriche della forma – estate ora mirata attraverso il verde vetro di un fondo di bottiglia nel deserto – una duna si trasforma lenta insieme al rigurgito imponente di un verme enorme dei sotterranei – i cerchi di luminose deviazioni sonore causati dal riverbero la distorce fino a trasformarla in cuore trafitto e il ricordo della terra ricomincia da qui e incidendo apre piano le insolenze del tempo questo tempo pieno e coperto di ecchimosi aeree dovute ai ripetuti barbari tentativi inutili di risalita – muto strisciare sabbioso dell’io desertico monocreatura invertebrata – mutante opera tecnologica composta da logaritmi ciclici rinchiusi in cilindrici troni chiusi ermeticamente nelle sere di tempesta – vuoto membro assetato di fluidi opacizzanti delle perlacee schiere degli oceani in fondo ai buchi – organizzazioni di polveri sulla spuma dei colori bianco\nero del secondo millennio – colori spermatici sbiaditi sporchi nelle pagine da sperma del tuo oro bill – pagine involte come oro dei libri di burroughs destinate all’isolamento da questo tempo violentato dalla coscienza derubata – isolamento definitivo della scrittura autonomamente mobile fra i venti temporali gocce in volo e del messaggio ancorato ai furori delle tormente del dentro come piccole efflorescenze liberate dalla foga delle superfici ribollenti dei vulcani lunari e dei suoi crateri illimitati dalla forma tripode e dalle serie inventanti parole e immagini e visioni come un estremo ponte delle ferite inguaribili – uno scavo nella roccia insensatamente emulsionante – un’antenna verbale delle ascese nel proprio infondo e crolli di fede in corpo corrosa dalle stratificazioni forme geometriche spezzate di galassie lisergiche nei cervelli – derive segnate di mondi sepolti dentro – guardo attraverso una fessura della parete del mio cervello serrato fra armature cromate e minuziosamente rifinite e opero il tentativo di oppormi con un’area a questo tempo che vuol disfarmi lentamente – area composta da tutte le ossa della mia memoria che è autonoma e non si sfarina all’aria continua immortale del desiderio – un’area-aria-era piena sì delle impurezze cristalline incastonate sui volti delle pietre incastonate dall’impurità insana delle foci umane – organi melliflui sbattono oscillando attraverso le lenti di microscopi anarchici che si agitano lievemente come sospinti da un alito santificato a osservare percettivi genitali attorniati da pelli instabili semidecomposte e a sentire urla di orifizi straziati dall’indifferenza nelle stanze in penombra e mostrare quei bui lontani vibranti nel silenzio assordante del mio cervello sfregiando con virulenza questa nostra epoca calcificata su simulacri bastardi arredati come carri che ghignano contro il nostro nucleo rovente e ammiccano alle estenuanti assordanti ammorbanti schiene del potere – così ecco io ancora instupidito dai volumi degli scarichi storicizzo il mio cazzo aggrappandomi con la coda sulle cime più spinose delle vite finora qui – resti di poltiglie di fede roventi impastate coi veleni allucinogeni di funghi stretti coi denti a ribattere dalle cime le cime del nostro fondo più buio più insperato più articolato più dimenticato dei sogni dei deliri dell’io causati dalle febbri in seguito alle visioni dei tramonti rossi del dentro e con nella mente solo un pensiero: niente è vero – tutto è permesso – un microscopio elettronico mostra: cellule nervi osso – vedo un vaso pieno di medicina su una lastra di pietra – piramide tronca si allontana in distanti richiami di uccelli insieme su ali pericolanti sopra un abisso di blu – un cuore che palpita e odora di carne cruda – luce d’argento esplosa nei suoi occhi – formicolii fra le gambe mescolati dentro insieme – fredde strane parole cadono come reti di ghiaccio sulla mente – parole virus che divorano il cervello in frammenti borbottanti – parole come spruzzata di petali di rosa – adesso la mia ispirazione è nella polvere di stelle nel cielo e misuro piano la curvatura inedita della mia spina dorsale mentre si flette alle ore lunari e accendo la TV e il vecchio zio bill ghigna dallo schermo col suo bastone e pubblicizza scarpe da basket recitando versi cancerosi che gocciolano di pus allagato il pavimento – e ho comprato una pistola ancora fumante a lawrence kansas U.S.A. per spararti in faccia, mondo marcio-lucido!
